Controllori del tono muscolare

Cos’è il tono muscolare?

Il tono muscolare è la minima tensione che i nostri muscoli sviluppano al fine della postura che noi assumiamo, anche in funzione della forza di gravità, quindi, capiamo quanto sia importante un buon equilibrio muscolare per una postura corretta.

Dopo questa piccola premessa parliamo di due propriocettori, responsabili del controllo del tono muscolare:

  • Fusi neuromuscolari
  • Organi tendinei del Golgi

I fusi neuromuscolari

Li troviamo nel ventre muscolare, il loro compito è quello di captare lo stato di allungamento di un muscolo, se questi recettori registrano uno stato di massimo allungamento si attivano, inviando dei segnali elettrici facendo contrarre il muscolo quanto basta per non andare incontro a sindromi di stiramento, questo processo di “protezione”, viene chiamato riflesso miotatico.
Questo ci fa capire perché le prime ripetizioni (che sia panca piana, squat o un semplice stretching) siano sempre le più “difficili”.

Ad esempio: se effettuiamo lo stretching degli ischiocrurali, gambe unite e cerchiamo di portare le mani verso la punta dei piedi senza flettere le ginocchia, ci accorgiamo che difficilmente riusciamo a mantenere tale posizione in “tranquillità”, risaliamo e proviamoci di nuovo, scendiamo molto di più e in maniera più fluida, questo perché, i fusi neuromuscolari questa volta non hanno registrato alcun massimo grado di tensione, dunque il nostro cervello ha capito che poteva andare oltre quella soglia senza subire traumi.

Con questo non voglio dire che se non hai mai fatto stretching in vita tua (cosa quasi impossibile) già alla seconda ripetizione riuscirai ad arrivare con le mani a toccare la punta dei piedi, ci vuole allenamento e costanza anche in questo.

Organi tendinei del Golgi (OTG)

Sono situati nelle giunzioni muscolo-tendinee e il loro compito è quello di inibire i motoneuroni quando si registrano livelli di tensione muscolare elevati, questo si chiama riflesso miotatico inverso.
Ad esempio, quando effettuiamo un salto da un’altezza notevole sembra che le ginocchia cedano, la realtà è che nel momento in cui impattiamo con il suolo si registra un’elevata tensione ai capi tendinei dei quadricipiti da far attivare gli OTG.

Quindi, cosa sono i propriocettori?

I propriocettori sono considerati il sesto senso, in quanto assumono un’importanza fondamentale nel controllo del movimento. Essi, tramite terminazioni nervose, inviano importanti impulsi all’encefalo al fine di elaborare informazioni sulla posizione e sul movimento.

Come può interagire lo stretching con questi recettori?

Prima abbiamo parlato di stretching, cerchiamo di capire che correlazione c’è tra questi recettori e lo stretching.
Prima di tutto analizziamo la parola stretching. È un termine inglese che significa allungare, stirare (to stretch), quindi se prima abbiamo detto che i fusi neuromuscolari e gli OTG sono i principali deputati che controllano il grado di allungamento e accorciamento di un muscolo, capiamo l’importanza di questi recettori durante la pratica dello stretching.
Ogni muscolo ha una sua lunghezza standard, secondo la legge della plasticità muscolare (ne ho parlato nell’articolo delle scapole alate, se non l’hai ancora letto t’invito a farlo), ogni muscolo può subire variazioni di lunghezza a seconda del tipo di contrazione che andremo a svolgere, e ogni variazione viene subito rilevata.

Possiamo riassumere il tutto in 5 stadi:

  1. Lo stiramento del muscolo stimola i FNM;
  2. Attivazione neurone sensitivo;
  3. Elaborazione dell’informazione a livello del midollo spinale;
  4. Attivazione del motoneurone;
  5. Contrazione del muscolo.

Gli OTG, a differenza dei FNM inviano segnali inibitori ai motoneuroni del muscolo stesso quando la tensione muscolare supera un certo range (molto soggettivo, dipende dal grado di allenamento), questo perché andremo oltre le nostre possibilità e si creerà una sorta di protezione per il nostro sistema muscolare.

Conclusioni

Spero di essere stato il più chiaro possibile.

Il messaggio che volevo trasmettere con questo mio articolo è quello di far capire quanto sia complesso e al momento stesso perfetto il nostro corpo dietro ad un semplice stretching o semplicemente come in una posizione statica il nostro sistema nervoso è in continuo “lavoro”.

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