Quando un soggetto, che non ha mai praticato sport o che si affaccia al mondo del fitness per la prima volta, decide di cambiare le sue abitudini quotidiane e intraprendere un percorso di allenamento e alimentazione con l’obiettivo di migliorare il proprio fisico e lo stato di salute, non conosce ancora il percorso che dovrà fare e quali sono i vari step che dovrà passare prima di raggiungere il suo scopo.
Per questo, per il Preparatore Atletico è importante capire fin da subito la motivazione del cliente e le sue problematiche, in modo da evitare e anticipare eventuali perdite di ritmo durante il percorso.
Sei diventato da poco un personal trainer e capire come approcciarsi ad un primo colloquio con un cliente neofita è molto importante, ma non sai come fare?
Semplice, si dovrà risultare accoglienti e disponibili: un atteggiamento colloquiale e professionale aiuterà la persona a fidarsi di più e a esporre con più sincerità le risposte alle domande che ti verranno poste.
Prima di fargli compilare un questionario per raccogliere tutti gli elementi necessari per stilare un programma su misura per il soggetto, bisogna creare empatia con la persona che si ha di fronte, altrimenti qualunque cosa gli verrà proposta non otterrà il risultato sperato.
Se il cliente è alle prime armi probabilmente avrà imbarazzo a parlare del proprio corpo e delle proprie abitudini, perciò è importante che sia a proprio agio e che veda nel suo nuovo coach un punto di riferimento su cui contare d’ora in avanti.
Non bisogna peccare di superficialità su qualunque aspetto che verrà fuori dal colloquio, perché capire affondo la mente e le abitudini della persona è fondamentale per trovare la soluzione al suo stato attuale.
Una volta che il quadro risulta chiaro, che si hanno tutte le informazioni necessarie per stilare un programma personalizzato (diario alimentare, percorsi passati, farmaci assunti, grado di motivazione, misurazioni delle circonferenze, età, sesso, attività lavorativa,…) bisogna fare attenzione ad alcuni errori che spesso si riscontrano in questi casi e che sono uno dei motivi fondamentali per cui si ha difficoltà a progredire nel percorso.
Un errore comune è quello di avere fretta.
Il cliente deve avere chiaro che il percorso è lungo e può subire delle fasi di stallo apparente, in cui magari il peso non sembra scendere o la massa muscolare non sembra crescere; ma in realtà il cambiamento è continuo, il peso può rimanere invariato ma le circonferenze possono diminuire, il muscolo può non aumentare ma la sua forza e resistenza sì… insomma se il programma è ben stilato e finché si lavora sodo e costantemente il corpo continuerà a migliorare sotto ogni aspetto.
Altri due errori che non si devono fare nella stilazione dell’allenamento per un neofita sono:e sagerare con l’intensità e inserire troppi esercizi in un unico programma!
MEGLIO POCO FATTO BENE CHE TANTO FATTO MALE!!!
E’ inutile “mettere troppa carne al fuoco” in un neofita perché si rischia di ottenere l’effetto opposto a quello prefissato. Oltre che creare inutile stress fisico e mentale, il soggetto rischia anche di mettere a repentaglio la propria salute fisica, se prima di approcciarsi a esercizi che non ha mai fatto non si allena per imparare la tecnica corretta. Per questo all’inizio si devono inserire pochi elementi e di facile apprendimento, per poi progredire gradualmente all’inserimento di nuovi.
Solo così l’allenamento risulterà sostenibile e vantaggioso per il soggetto e permetterà all’allenatore di porre le basi per il prossimo step.
Altro errore comune è quello di non rendere consapevole il neofita dei motivi che lo hanno portato a volersi migliorare e che dovranno essere quelli il punto da cui partire, ma si tende spesso a consegnargli il programma senza troppe spiegazioni.
Un altro aspetto fondamentale che non bisogna trascurare è la parte mentale. Spesso si pretende troppo e subito da un principiante, quando invece bisogna cercare di capire le sue possibilità attuali e raggiungere il miglior risultato partendo da quelle.
Altri due elementi su cui si deve fare attenzione sono: sottovalutare le preferenze del neofita nella scelta degli esercizi e non apportare modifiche nel corso del programma se necessario.
Fare una programmazione a lungo termine dando priorità alle scelte fatte nel stilarla piuttosto che ai feedback del cliente è quanto di più sbagliato si possa fare, poiché bisogna tener conto che non siamo macchine infallibili e non si può prevedere con certezza assoluta come reagirà il corpo allo stimolo che gli diamo. Per questo è essenziale che ci sia un rapporto di assoluta fiducia tra allenatore e cliente, con continui feedback da parte di quest’ultimo e disponibilità ad effettuare eventuali modifiche se si rendono necessarie
Per chi prende in mano un peso per la prima volta, e inizia a seguire un’alimentazione calcolata al grammo non è cosa semplice e immediata, perché inevitabilmente ciò andrà a destabilizzare quelli che sono stati finora i suoi equilibri. E’ qui che un buon coach deve entrare in gioco, cercando di far leva proprio sulle abitudini tenute fino ad ora che hanno portato il soggetto a non accettarsi più e a voler fare qualcosa per migliorare.
Per ottenere il massimo a livello mentale e prestazionale è necessario, sì avere un obiettivo finale e ideale di ciò che si potrà raggiungere intraprendendo questa strada, ma prima di tutto porsi degli obiettivi raggiungibili nel breve termine, in modo da godere dei risultati ottenuti e accrescere così la motivazione nella persona.
L’elemento su cui il preparatore atletico deve puntare è tenere alta la motivazione nel lungo periodo
Come in tutte le cose senza impegno, costanza e consapevolezza non si ottiene nulla.